ORTODONZIA E ORTOGNATODONZIA
L’ortodonzia o, meglio, l’ortognatodonzia (dal greco ὀρϑός: diritto; γνάϑος: mascellare e ỏδούς: dente) è quella branca dell’odontoiatria che affronta lo studio della crescita cranio-facciale, lo sviluppo dei rapporti dentali ed il trattamento delle anomalie dento-facciali: si occupa specificatamente di diagnosticare, prevenire e trattare le disarmonie facciali e dentali, i disturbi di sviluppo della dentizione e di crescita dei mascellari, nonché di risolvere ulteriori parafunzioni ad esse correlate.
In particolare, interviene nella correzione delle malocclusioni, delle anomalie di crescita dello scheletro cranio-facciale e delle disfunzioni della sfera neuro-muscolare oro-facciale (muscoli della bocca e del viso), che insieme o isolatamente possono causare diverse patologie, quali:
- difficoltà di masticazione
- deformazioni e/o alterazioni dell’estetica del viso
- disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare
- predisposizione alla malattia parodontale
- predisposizione alla carie
- difficoltà dell’eloquio
Il campo d’azione della terapia ortodontica coinvolge i tre sistemi che prendono parte allo sviluppo dentofacciale: la dentatura, lo scheletro craniofacciale e la muscolatura. Attraverso apparecchiature apposite la funzione muscolare può essere migliorata ed i denti possono essere riposizionati in modo tale da migliorare l’estetica, la funzione, l’igiene orale e l’eloquio.
La correzione delle problematiche scheletriche craniofacciali è più complessa di quanto non sia un mero spostamento dentale, tuttavia è possibile indirizzare e guidare terapeuticamente la crescita scheletrica in età pediatrica. Nel bagaglio strumentale dell’ortodontista ci sono infatti apparecchi in grado d’influire sulla crescita scheletrica di mascella e mandibola. Con il loro utilizzo si correggono o si attenuano sia le alterazioni dell’estetica facciale, sia le disfunzioni occlusali associate.
In età più tarda, quando la crescita facciale è quasi completa, si può intervenire sui denti, al fine di rendere meno evidenti, con una terapia di compromesso, le disarmonie scheletriche. In casi estremi, si rende necessario il trattamento combinato ortodontico-chirurgico.
Nel dettaglio, un’errata posizione dei denti, comunemente chiamata malocclusione, può determinare sia alterazioni funzionali dell’apparato masticatorio sia alterazioni estetiche del sorriso.
Un’errata posizione delle ossa mascellari può determinare diversi gradi di deformazione facciale, sempre associata ad alterazioni funzionali ed estetiche.
Una malocclusione è riconoscibile da alcune caratteristiche esteriori della bocca, quali, per esempio:
- affollamento dentario o denti soprannumerarii (un numero di denti superiori alla norma, che occupano posizioni irregolari)
- diastemi interdentali, ovvero la presenza di spazi vuoti tra dente e dente
- prognatismo mascellare o progenismo mandibolare (condizioni in cui la mandibola risulta troppo poco o eccessivamente sviluppata rispetto al mascellare superiore)
Una malocclusione può derivare sia da fattori di tipo genetico sia da scorrette abitudini assunte spesso durante l’infanzia, che possono riguardare:
- La deglutizione (cosiddetta infantile, che può perpetuarsi in atipica): i bambini quasi sempre deglutiscono spingendo la lingua verso la parte posteriore degli incisivi superiori: laddove questo schema di deglutizione, infantile appunto, non si modifichi con la normale evoluzione del sistema neuro-muscolare, la spinta linguale può contribuire all’instaurarsi di morso aperto dentale e inclinazione errata degli incisivi superiori stessi.
- La respirazione (orale)
- La suzione: succhiare il dito può concorrere alla protrusione (spinta in avanti) degli incisivi superiori e ad una alterazione scheletrica della pre-maxilla, con insorgenza di morso aperto anteriore.
Attraverso il check-up ortodontico si raccolgono tutte le informazioni necessarie a formulare una diagnosi e ad impostare un piano di trattamento. Il check-up prevede esami clinici e strumentali, come radiografie e fotografie, spesso con l’ausilio di tecnologie computerizzate.
I dati raccolti consentono all’ortodontista di stabilire come risolvere la malocclusione, quando iniziare la cura e quale sarà la durata approssimativa e l’onere finanziario corrispondente
Dopo la prima visita del paziente, che comporta un esame clinico obiettivo (tipologia corporea, tono muscolare generale, tipo di respirazione, fonazione, postura della lingua, della testa e del collo, igiene orale) e che permette di inquadrare la malocclusione, si può procedere al check-up ortodontico vero e proprio. Questo prevede, in genere, richiesta di radiografie, quali ortopanoramica e teleradiografia latero-laterale del cranio; fotografie del viso del paziente e fotografie intra-orali; rilievo delle impronte dentali e realizzazione dei modelli in gesso, che forniscono l’immagine precisa della situazione e permettono di eseguire misurazioni esatte dei denti e delle arcate dentarie, al fine di stabilire con esattezza l’entità della malocclusione osservata in bocca. I modelli serviranno poi, nel corso del trattamento ortodontico, a controllarne le varie tappe e, a terapia ultimata, a definire il risultato ottenuto.
Nei casi più complessi è, inoltre, fondamentale la collaborazione tra diversi specialisti (ortodonzista, protesista, parodontologo, chirurgo orale) per migliorare la funzione masticatoria, la salute dei denti e delle gengive: questo tipo di approccio viene definito di pianificazione Interdisciplinare.